Cinque persone sono indagate per la morte di Francesco Pio, il bimbo di 13 mesi azzannato e ucciso dai pitbull il 22 aprile a Campolongo, frazione di Eboli nel Salernitano. 

Si tratta dei due padroni dei cani, della mamma e dei due zii del piccolo, tutti accusati di omicidio colposo per omessa custodia di animali.

Atto dovuto per consentire agli inquirenti di fare il loro lavoro e chiarire la catena dei fatti che hanno portato alla morte di un bambino. Intanto c’è da capire dove fosse il bimbo, se in braccio allo zio o a terra. E se i cani fossero chiusi e sorvegliati o lasciati liberi di scorrazzare.

Oggi è prevista l’autopsia sul corpo del piccolo. Secondo le prime ricostruzioni, il piccolo si trovava in braccio allo zio e, mentre stava uscendo di casa, i due cani lo avrebbero azzannato strappandolo dalle braccia dell'uomo che è rimasto illeso. Nel disperato tentativo di salvare il suo piccolo è rimasta ferita anche la mamma. I cani, invece, sarebbero fuggiti da un cortile vicino all’abitazione del bimbo, raggiungendo il giardino della villetta della vittima. I molossi non erano sorvegliati, i padroni non abiterebbero più in quella casa e li avrebbero lasciati lì.

In attesa dell’autopsia, dai primi riscontri medico-legali sono emerse profonde lesioni all’addome e alla gola del piccolo, che sono stati letteralmente squarciati.

A Eboli è lutto cittadino mentre ci si interroga sul futuro dei pitbull. Ora sono in carico al servizio veterinario della Asl che entro dieci giorni deve valutare se possano essere rieducati e dunque affidati o se dovranno essere abbattuti con una iniezione letale.

(Unioneonline/L)

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