Salgono a cinque i candidati alla carica di sindaco di Cagliari. Con le elezioni in programma per l’8 e 9 giugno, spunta il nome di Claudia Ortu, sostenuta da Potere al Popolo e Pci riuniti nella lista Cagliari Popolare-alternativa di classe.

Per presentare la lista servono almeno 350 firme ma, al netto dei riconteggi, l’obiettivo sarebbe già stato raggiunto. Ricercatrice di linguistica inglese all'università di Cagliari, 47 anni, è giornalista pubblicista e non è alla sua prima esperienza politica: era stata, infatti, candidata con unione popolare alle elezioni politiche del 2022 nel collegio uninominale. «Scendiamo in campo per prendere posizione per una delle parti della società che è la classe lavoratrice, che nessuno rappresenta sino in fondo – ha spiegato la candidata - ci differenziamo in questo da tutte le altre candidature che sono per necessità ampie e interclassiste. La nostra è una candidatura radicale e non di compromesso».

Riguardo ai progetti per Cagliari, Ortu spiega che vorrebbe una città «nella quale si abbandona la strada disastrosa della monocultura turistica, che è una delle fonti di reddito ma non può essere l'unica. Cagliari non è Disneyland e occorre che i residenti tornino nei quartieri storici, dove gli abitanti sempre meno per fare posto a alloggi turistici». Secondo la candidata a sindaca, «Cagliari deve avere una economia vitale e viva» dove devono rinascere le piccole botteghe e riprendere l'artigianato, rispetto al dilagare dei grandi centri commerciali e quindi «riportare le persone a risiedere nei quartieri storici».

Nella sua Cagliari Claudia Ortu vorrebbe «eliminare il maggior numero di auto private potenziando in maniera radicale,il trasporto pubblico: la transizione ecologica non si fa convertendo il parco auto privato da benzina all'elettrico, ma il trasporto da privato a pubblico». Infine nel programma di Cagliari Popolare la «progressiva internalizzazione dei servi che sono conferiti in vari appalti: i lavoratori, anche quelli delle aziende e cooperative concessionarie, devono essere pagati almeno 10 euro lordi all'ora». E anche la questione palestinese: «Faremo in modo che Cagliari aderisca al boicottaggio sulle aziende e istituzioni israeliane e che sia gemellata con la città di Jenin in Cisgiordania, dove è più evidente la devastazione».

(Unioneonline)

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