«Si ritiene estremamente opportuna la valutazione di un passo indietro da parte del dottor Tonino Chironi». La richiesta arriva da Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, in una nota congiunta con l'assessore al Bilancio, Giuseppe Meloni. Un invito diretto al presidente della Sfirs, 72 anni e originario di Orani, condannato nella giornata di ieri dalla Corte dei Conti a dover risarcire l'istituto di credito di 266.538 euro, per l'indennità incassata dal 2021 nonostante fosse in pensione.

La Sfirs è una società in house della Regione e dunque ritenuta un Ente pubblico a tutti gli effetti. I pm erariali avevano evidenziato come Chironi, nominato a settembre 2019 e con proroga arrivata nello stesso mese del 2022, non avrebbe più potuto ricevere l'indennità – da 90.000 euro all'anno – a partire dall'1 gennaio 2021, data in cui era andato in pensione di anzianità. Questo perché una norma statale vieta espressamente di sommarla con indennità pubbliche (fatta eccezione per le cariche elettive).

Ieri la sentenza della Corte, presieduta dalla giudice Donata Cabras, che parla di «condotta indubbiamente connotata da dolo». Nella nota congiunta da parte di Todde e Meloni si aggiunge come «a seguito del pronunciamento della Corte dei Conti sull’operato del presidente della Sfirs Chironi, le strutture della Regione stanno verificando tutti gli aspetti giuridici concernenti la vicenda e l’operato del presidente fino a questo momento».

(Unioneonline/r.sp.)

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