Sono passati quattordici anni dall'ultimo saliscendi della prima seggiovia della Sardegna, arroccata nella località Spinarba.

Siamo in Marmilla: l'impianto che ha funzionato per dieci anni ora è un malinconico monumento all'inutilità e la sua morte è stata sancita dai costi di manutenzione. Costata 1,7 miliardi di vecchie lire da fondi comunitari, avrebbe dovuto lanciare il turismo nella zona.

L'opera era stata fortemente voluta dall'ex sindaco di Villanovaforru Giovanni Pusceddu, fondatore del Consorzio turistico che comprende 18 comuni tra alta e bassa Marmilla. Poco più di un chilometro il tratto aereo: partenza a poche decine di metri dal museo del territorio "Sa Corona Arrubia", tra Lunamatrona e Collinas, a 230 metri, e capolinea sulla Giara di Siddi, a 400 metri di altitudine, in prossimità della tomba dei giganti Sa Domu e S'orcu. I costi non sostenibili riguardavano la sostituzione periodica dei cavi e i controlli di routine, oltre 300mila euro ogni volta.

«Abbiamo chiesto alla Regione che ci venga incontro, la seggiovia è un attrattore turistico, ma ci vuole il loro aiuto», chiede il sindaco di Lunamatrona e membro del cda del Consorzio, Italo Carruciu. Nel 2010, alla scadenza del contratto di revisione, la magia è svanita.

L’articolo completo di Giovanni G. Scanu su L’Unione Sarda in edicola, sull’app e sull’edizione digitale

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