Aveva postato un countdown sul suo profilo Facebook e fissato una scadenza, al termine della quale avrebbe ucciso la ex compagna e si sarebbe tolto la vita. Poi ha chiesto alla donna il solito «incontro chiarificatore», ma è stato arrestato appena in tempo dai carabinieri.

Molto probabilmente è un femminicidio sventato l’operazione portata a termine ieri sera dai carabinieri in un paese del Medio Campidano. È finito in manette un uomo di 60 anni, che da mesi perseguitava la ex compagna, anni 37, che aveva interrotto la relazione sentimentale.

Lo scorso 8 novembre la donna ha presentato una richiesta di ammonimento nei confronti di lui, che la perseguitava con appostamenti nei pressi del luogo di lavoro e della sua abitazione. «Prova ad avvicinarti ad altri uomini e vedrai cosa succede», l’aveva minacciata. La 37enne viveva in un costante stato di paura e ansia, tanto da cambiare radicalmente il proprio stile di vita nel timore che lui le facesse del male. Aveva adottato diverse precauzioni, compresa quella di farsi accompagnare a casa dopo il lavoro da amici e parenti.

Dopo la denuncia, a novembre, il prefetto di Cagliari ha disposto una vigilanza generica radio collegata. I carabinieri hanno tenuto costantemente sotto controllo il luogo di lavoro e la casa della vittima, ma nonostante i controlli lei lo ha visto ancora per strada in alcune occasioni.

Poi ha postato sul suo profilo Facebook un “countdown”, fissando una scadenza. A breve avrebbe ammazzato lei e si sarebbe tolto la vita. Visualizzato il post, i carabinieri ne hanno dato comunicazione al pm di turno e hanno intensificato i servizi. Ieri sera, alle 22, la donna era a una fermata dell’autobus per rientrare a casa quando è stata avvicinata dall’ex compagno, che le ha chiesto spiegazioni sulla fine della relazione e pretendeva di avere un ultimo incontro chiarificatore.

I carabinieri erano nelle vicinanze e sono immediatamente intervenuti, arrestando l’uomo per “atti persecutori”. Il 60enne è stato condotto nel carcere di Uta, l’arresto è stato convalidato dal giudice, che ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere per l’uomo, ritenuto «pericoloso».

(Unioneonline/L)

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