Viviamo in un’epoca in cui è veramente difficile trovare un giusto equilibrio tra entusiasmi e catastrofismi, tra approcci fideistici e allarmismi vari. Questa mancanza di equilibrio è ancora maggiore quando si parla di scienza, tecnologia, innovazione e nuove invenzioni. Così un giorno siamo a un passo da rendere abitabile Marte, il giorno successivo ci fustighiamo perché con uno schiocco delle dita gli scienziati non riescono a ridurre il riscaldamento globale. Complice la Rete, le notizie oramai si diffondono senza filtro alcuno e ogni commentatore da social tende a diventare esperto onnisciente nelle più disparate materie e il risultato è un pressapochismo imbarazzante.

Nel suo ultimo saggio, “Invenzione e innovazione” (Hoepli, 2024, pp. 256, anche e-book), Vaclav Smil ci mette in guardia dai facili entusiasmi in campo scientifico e tecnologico così come dai toni apocalittici degli oscurantisti in salsa web. Considerato uno dei massimi esperti mondiali per quanto concerne le interazioni tra progresso e ambiente, Smil in questo libro ci offre un lucido correttivo alle promesse eccessive create da qualsivoglia scoperta, dalle nuove cure per le malattie all'intelligenza artificiale. Ci ricorda che, anche una volta conclusa la parabola invenzione-sviluppo-applicazione, non è detto che si riesca ad arrivare a qualcosa di concreto. O, peggio ancora, che anche dopo il successo di un'invenzione, il suo futuro potrebbe essere contrassegnato da prestazioni insoddisfacenti, delusioni, ritiro dal mercato o danni collaterali.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Attingendo alle sue vaste conoscenze in campo storico e scientifico, Smil spiega la differenza tra invenzione e innovazione, per poi esaminare non solo le invenzioni che non si sono imposte come avrebbero dovuto (per esempio, il dirigibile, la fissione nucleare e il volo supersonico), ma anche quelle che si sono rivelate disastrose (la benzina al piombo, il DDT e i clorofluorocarburi usati per refrigerare i frigoriferi).

Soprattutto ci aiuta a capire come ogni invenzione è opera umana, con tutti le virtù e i vizi che possono caratterizzare qualunque opera di noi esseri umani, esseri tutto fuorché infallibili. Ci vuole quindi buon senso anche nell’innovazione e nella ricerca. E ci vuole onestà intellettuale oltre che rigore morale.

Alcune invenzioni per quanto straordinarie sono state usate o vengono usate ancora oggi male. È il caso del DDT, il più potente insetticida della storia, prima usato in maniera scriteriata e poi demonizzato. Smil spiega come proprio il DDT, usato solo in casi eccezionali, possa servire per fermare le infestazioni da zanzare portatrici della malaria. L’errore fu considerarlo la panacea per risolvere ogni problema di insetti infestanti.

Un altro caso di mal utilizzo sono gli antibiotici, fondamentali per combattere molte malattie, ma usati eccessivamente e in maniera indiscriminata tanto da renderli sempre meno efficaci. Un caso di mancanza di buon senso e di onestà è stato invece l’utilizzo per buona parte del Novecento di piombo nella benzina per favorire la combustione nei motori a scoppio. Introdotto negli anni Venti del Novecento, il piombo era già allora conosciuto come una sostanza velenosa, da evitare il più possibile a contatto con gli esseri umani. Si puntò però sulla benzina ricca di piombo perché si trattava di una soluzione comoda, semplice, economica. Nonostante i rischi vinse il profitto e si attesero decenni per introdurre le marmitte catalitiche e la benzina verde.

Ricco quindi di esempi affascinanti analizzati con un approccio pragmatico, questo libro presenta un quadro che fa riflettere sulla follia che spesso va insieme con l’ingegnosità umana, e su come sia possibile, e doveroso, allineare le nostre aspettative alla realtà. Soprattutto ci ricorda che prima di inseguire le chimere di viaggi nello spazio o di fonti di energia inesauribili e con zero impatto sull’ambiente, è meglio usare al meglio le tecnologie a nostra disposizione per migliorare il benessere di tutta l’umanità.

Come scrive Smil a conclusione del libro: «Per quanto mi riguarda ritengo che bisogni cominciare dalle cose più importanti. Ciò significa risolvere il problema del deficit di micronutrienti che danneggia la vita di centinaia di milioni di bambini prima di realizzare il trasporto supersonico».

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