I parenti, si sa, sono una gran bella cosa, ma ce ne sono di tutte le risme e capirli è tutt’altro che facile. Alcuni sono invadenti, altri nullatenenti, altri ancora prepotenti oppure vincenti.

Ci vuole allora una guida, non troppo seria, per imparare a riconoscere pregi e difetti dei propri congiunti e agire di conseguenza. 

A guidarci nel ginepraio parentale ci pensano allora Teresa Porcella, cagliaritana doc, e Roberta Balestrucci, da Macomer, con il loro "Parenti serpenti” (Rizzoli, 2024, pp. 144, euro 16), con rime, racconti e illustrazioni (di Marianna Balducci) assai impertinenti. Il risultato: una variopinta galleria delle più disparate tipologie di parenti che tutti noi abbiamo, una galleria comporta da avi, zii, cugini, fratelli, con i loro pregi ma anche molti difetti, da leggere e rileggere insieme! E se qualche tipologia proprio non ti dice nulla… prova a guardarti allo specchio suggeriscono Teresa Porcella e Roberta Balestrucci a cui chiediamo come prima cosa come è nata l’idea del libro.

Teresa: «È un progetto che mi porto dietro da oltre 15 anni. D’altronde, essere l’ultima di 7 figli a qualcosa deve pure servire. Diciamo che ho avuto, per lungo tempo, un campionario umano (tra familiari stretti, meno stretti, acquisiti, di sangue e d’elezione), che mi ha portato a pensare che raccontare le categorie parentali giocando sul catalogo alfabetico in chiave ironica potesse essere un modo efficace di dire cose serie aprendo squarci su punti di vista insoliti. Il gioco di usare le terminazioni in –enti, per identificare la categoria, sarebbe stato un’indicazione della chiave di lettura ludica del libro. Ho tenuto fermo il progetto per molti anni, finché ho provato le persone giuste per fare ‘famiglia’ anche editoriale: Roberta Balestrucci e Marianna Balducci sono due donne straordinarie, cui voglio bene, e con cui si scherza molto. Proprio questa complicità nelle risate è stato l’elemento che mi ha fatto decidere a ‘giocare’ a Parenti serpenti con loro. Poi, devo dire, che la casa editrice Rizzoli è stato il quarto giocatore perfetto: abbiamo lavorato benissimo insieme».

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Quale è la tipologia di parenti a cui siete più legate?

Teresa: «Senza dubbio il DELINQUENTE. La storia che racconto (che è vera…) mi ha fatto amare a suo tempo il protagonista (nella realtà un maschio) che a mio avviso era un esempio perfetto per indicare la parentela tra chi racconta storie e chi truffa davvero nella vita. Nella delinquenza si nasconde l’essenza del patto narrativo: chi racconta mente e chi legge o ascolta è felice di essere truffato. Non potevo non rivalutare la categoria… E poi, diciamocelo, c’erano Zia Abby e zia Martha di Arsenico e vecchi merletti. Due delle delinquenti più amabili della storia del cinema. Rivalutiamo i delinquenti».

Roberta: «Ultimamente, per colpa di amici e parenti, mi sento legata al parente CONSULENTE. Non è un incarico facile, ma quando vieni deputato a dare un consiglio, o ‘il’ consiglio, a fare da paciere e dare un po’ una quadra a varie situazioni complicate, vuol dire che sei e stai diventando grande. E poi, chi nella vita, almeno per una volta, non vorrebbe essere come l'insostituibile Atticus Finch?».

Quale è la categoria parentale da cui vorreste sempre stare lontane?

Teresa: «Direi il prepotente ‘subdolo’, quello che ritiene di dover fare il tuo bene a tutti i costi: pericolosissimo».

Roberta: «Credo il parente ‘Ho – il – mal – di – denti’. Questo lo troverete alla fine dei nostri racconti, ma credo che sia il parente di più difficile gestione... una lamentela continua, una benda sugli occhi permanente!».

Come sono nate le illustrazioni che corredano il libro?

Teresa: «Allora, qui bisognerebbe far parlare Marianna Balducci, che potrebbe dire meglio di tutte. Posso solo raccontare che, da progetto, avevo richiesto che la lettera iniziale del parente trattato fosse inserita nel disegno. Da lì, Marianna ha volato alto, proponendo, intanto, un lavoro col collage vero, e non digitale, che poi ha fotografato, usando luci acconce, generando una straordinaria profondità dell’immagine. Un lavoro attentissimo a mantenere la chiave ironica, la sorpresa, dentro uno studio manicale della palette cromatica, con cui ci siamo interfacciate anche nella grafica».

Ma veramente i parenti sono serpenti? Meglio allora amiche e amici?

Roberta: «E se poi anche gli amici diventano parenti? È una bella sfida!».

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