S i chiamano “Gratta e vinci”, invece che “Perdi e gratta” (le rogne che ne derivano). I Serd, che dovrebbero curare le ludopatie, sono in affanno già per le droghe e fanno ben poco per il resto. Eppure l’azzardo di Stato rovina le persone e le loro famiglie. In qualche caso – ed è un grave errore, perché anche questi problemi si risolvono ma serve tempo – hanno condotto al suicidio. Lo Stato incassa e tace. Nemmeno reinveste una parte di questi proventi per curare i ludopatici.

A Brescia un tizio ha “bruciato” sull’altare dei grattini 407mila euro e ha conservato in nove scatoloni la distruzione della sua vita: «Per ricordarmi che mi hanno condotto alla rovina». Non è servito. Ora è in terapia, la sua intera esistenza è in quei nove scatoloni.

L’azienda sanitaria di Brescia ha deciso di fare qualcosa, benché fuori orario. Soprattutto fuori Erario, visto che ha speso solo spiccioli, però almeno ha finanziato un tour di cooperative sociali per sensibilizzare la popolazione, sistemando sull’asfalto proprio i tagliandi perdenti del concittadino.

La manovra finanziaria 2023 del Governo Meloni era di 24 miliardi. In “Gratta e non vinci”, nello stesso anno gli italiani ne hanno bruciati più di 110. Roba che, se si sconfiggesse la ludopatia, lo Stato andrebbe in bancarotta. Sarà questo, il motivo di tanta pigrizia sulle ludopatie?

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