È in corso un «massiccio tentativo di Israele di penetrare nella Striscia da nord e da est, numerosi tank israeliani sono stati distrutti. La battaglia è in corso attorno alla barriera di divisione». 

Così Hamas ha annunciato l’avvio dell’offensiva via terra dell’esercito di Tel Aviv. Lo Stato ebraico, però, precisa, attraverso il portavoce delle forze armate Peter Lerner, che si tratta di «un'incursione di terra nella Striscia di Gaza più ampia delle precedenti» ma non della grande invasione “ufficiale” annunciata da giorni. 

Prima dell’offensiva Tel Aviv aveva effettuato una lunga serie di bombardamenti con raffiche di artiglieria e raid «senza precedenti» per fiaccare l’avversario, raid che hanno causato il blackout totale di Internet e delle comunicazioni. Poi il portavoce militare Daniel Hagari, annunciando «l’espansione» dei blitz dell’esercito via terra, ha lanciato un appello ai residenti palestinesi «ad evacuare verso il sud della Striscia».

«Conosceranno la nostra rabbia», ha tuonato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Ma l’amministrazione Usa sta chiedendo intanto a Israele di ripensare il suo piano per l’offensiva di terra e di optare per un’operazione più «chirurgica», con raid mirati e precisi utilizzando aerei e forze speciali. Biden è preoccupato dalle potenziali ripercussioni di un assalto totale e dubita che con questo Israele riesca ad eliminare Hamas. Inoltre, un’invasione via terra potrebbe far deragliare le trattative per liberare gli ostaggi.

Hamas dal canto suo risponde con una pioggia di razzi, quasi tutti intercettati dal sistema di difesa Iron Dome di Tel Aviv, chiama alla mobilitazione i palestinesi di Cisgiordania e avverte: «Senza una tregua, impossibile liberare gli ostaggi».

Peggiora quindi di ora in ora la situazione in Medio Oriente, con anche l’Arabia Saudita che avrebbe avvertito Washington che l’invasione di Gaza potrebbe avere «conseguenze catastrofiche». 

Nel frattempo, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres lancia l’allarme: «Il sistema umanitario a Gaza sta affrontando un collasso totale con conseguenze inimmaginabili per più di 2 milioni di civili. Data la situazione disperata e drammatica, le Nazioni Unite non saranno in grado di continuare a fornire aiuti all'interno di Gaza senza un cambiamento immediato e fondamentale nel modo in cui vengono inviati gli aiuti. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Questo è il momento della verità, la storia ci giudica tutti».

Proprio l’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato la bozza di risoluzione presentata dalla Giordania a nome degli Stati arabi per chiedere una tregua a Gaza, garantendo l'ingresso degli aiuti e impedendo lo sfollamento forzato.

Bocciato invece l'emendamento proposto dal Canada (con il sostegno degli Usa) per condannare «inequivocabilmente gli attacchi terroristici di Hamas» del 7 ottobre.

A favore hanno votato 88 Paesi, contro 55 e 23 si sono astenuti, ma per far passare la mozione serviva la maggioranza dei due terzi presenti e votanti.

Una bocciatura che ha scatenato l’ira di Israele: «Oggi è un giorno che passerà alla storia nell'infamia, un giorno buio per l'Onu, che non ha più un briciolo di rilevanza o legittimità», ha tuonato l’ambasciatore di Tel Aviv Gilad Erdan dopo il voto. 

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(Unioneonline/L-l.f.)

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