Nella Striscia di Gaza sono quasi mille i morti nelle ultime 48 ore, da quando sono ricominciati i raid di Israele che ha rotto la tregua. Centinaia sono bambini.

Sono 970 le persone uccise, riferisce il ministero della Sanità di Gaza, e tra le vittime c’è anche uno dei membri del personale straniero che lavorava per le organizzazioni delle Nazioni Unite. Cinque invece i funzionari Onu feriti per il bombardamento della loro sede nel governatorato centrale di Deir al-Balah. Attacco, quest’ultimo, smentito da un portavoce dell’Idf.

Hamas intanto stamani ha fatto sapere di «non aver chiuso la porta ai negoziati». Lo ha ribadito un leader del movimento, Taher al-Nounou, dopo i massicci bombardamenti su Gaza e le minacce di escalation del governo israeliano.

«Hamas non ha chiuso la porta ai negoziati, ma insistiamo sul fatto che non c'è bisogno di nuovi accordi», ha affermato Nounou, contattato telefonicamente dal Cairo. «Non abbiamo precondizioni, ma chiediamo che (Israele) sia costretto a cessare immediatamente le ostilità e ad avviare la seconda fase dei negoziati» previsti dall'accordo di tregua entrato in vigore il 19 gennaio, ha aggiunto.

(Unioneonline)

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