I lavoratori del comparto pesca del Sulcis Iglesiente in stato di agitazione.

Una mobilitazione – spiega il sindacato Cgil – che trova fondamento nella «preoccupazione per la mancanza di attenzione da parte della Regione rispetto ai problemi legati all’interdizione degli specchi di mare interessati dalle esercitazioni militari».

«Abbiamo inviato due diverse richieste di incontro alla presidente della Regione, alla Direzione generale della Presidenza, al servizio Affari generali – spiega la segretaria regionale Flai Cgil Valentina Marci – la prima il 19 giugno, poi un sollecito il 2 settembre, entrambe sono state del tutto ignorate».

Secondo il sindacato di categoria, che sottolinea la «tensione crescente fra i lavoratori», occorre la convocazione «urgente» di un tavolo in capo alla presidenza della Regione «per aggiornare i protocolli che regolano tempi e indennità dovute a causa degli enormi disagi creati ai pescatori». «Si tratta di un’attività importante in un’isola come la Sardegna, che andrebbe preservata e valorizzata – sottolinea la segretaria regionale Flai Cgil - e invece deve sottostare ai limiti imposti dalle servitù militari, con un conseguente grave danno economico al quale purtroppo non viene garantita una equa compensazione».

Gli indennizzi – denuncia il sindacato – «arrivano sempre in ritardo e, oltretutto, non sono congrui e distribuiti in modo omogeneo nelle diverse aree interdette».

Ancora, Flai Cgil Sardegna punta il dito contro «la reiterata assenza di risposte da parte della Regione» e auspica «una presa d’atto urgente e l’immediata convocazione del tavolo istituzionale».

Nell’attesa, i lavoratori del Sulcis Iglesiente sono già in stato di agitazione ma il rischio è che la protesta si estenda a tutte le aree dove è previsto lo sgombero per le esercitazioni militari.

Il prossimo appuntamento è fissato per l’8 novembre, quando i pescatori del Sulcis Iglesiente si riuniranno in assemblea. «Se per quella data non si avrà un segnale da parte della Regione – conclude Marci - è probabile che la mobilitazione si allarghi fino ad arrivare a proteste sotto i palazzi della Regione».

(Unioneonline)

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