«La pandemia ha segnato profondamente le nostre vite, un periodo di solitudine vissuto da molte persone e che dimostra come la stare insieme, il senso di comunità, sia l’unico modo per risolvere i problemi quotidiani che coinvolgono ciascuno di noi». Il sindaco Massimo Mulas ha voluto ricordare così i cittadini di Porto Torres scomparsi durante la pandemia. Una cerimonia di grande commozione che si è tenuta nel pomeriggio, nel cimitero di Balai, alla presenza dei parenti di coloro che hanno perduto la vita a causa del Covid-19.

Nell’occasione è stato inaugurato il monumento in ricordo di tutte le vittime del Coronavirus, un’opera in marmo di Orosei, come perenne testimonianza che anche la città turritana ha pagato la pandemia che, dal 2020, ha sconvolto il mondo intero. La cerimonia di inaugurazione, organizzata dall’amministrazione, si è svolta in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia del Coronavirus. Istituzioni, cittadini e associazioni si sono riuniti nel cimitero comunale per un momento di riflessione, aperto da due familiari, Debora Corda e Marzia Uleri, che hanno ricordato il periodo di sofferenza di tante persone, il mancato contatto umano con i propri cari. È seguito l’intervento del sindaco Mulas che ha svelato il monumento, una vela di marmo su cui è apposto un albero della vita stilizzato in acciaio inox, un’opera creata gratuitamente da Rosalia Maimone e realizzata da Daniele Salis.

Il parroco della chiesa di Cristo Risorto, don Michele Murgia ha chiuso la cerimonia con la benedizione. Ai piedi del monumento anche una corona d’alloro che lascia intravedere la scritta: «In memoria di tutti coloro che ci hanno lasciato, strappati alla vita dolorosamente e in solitudine da un virus letale, nemico invisibile. Il pensiero va a tutti i loro cari che, con dignità, hanno vissuto il dolore del distacco senza il conforto di un ultimo abbraccio». 

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