Quando si suona il campanello ci si trova di fronte ad una autentica valorizzazione della vita di due giovani che hanno deciso di “stare nel mondo”. Daniele Buongiorno, 41 anni, e Daniele Frassu che di anni ne ha 36, affetti da disturbo dello spettro autistico, vivono da sette mesi nella Casa D&D - dalle iniziali dei loro nomi-  un’abitazione a due livelli nel cuore della città di Porto Torres, adattata e dotata di tutte le condizioni per mettersi alla prova.

La sfida è la piena indipendenza dei ragazzi in uno spazio regolato a misura di persone con autismo, nell’ottica del “Dopo di noi”, uno dei progetti di educazione all’autonomia. «Il nostro sogno più grande è sempre stato quello di costruire una casa dove i nostri figli possano vivere da soli, anche quando noi genitori non ci saremo più». Le mamme, Emilia Masala e Caterina Puliga, sono le prime a crederci, tanto da acquistare la casa con i propri risparmi e intestarla ai loro figli.

Sono le loro amministratrici di sostegno ma soprattutto sono determinate e testarde fino ad andare oltre la burocrazia per ottenere l’autorizzazione del giudice cautelare. Il futuro dei figli è un pensiero che accompagna tutti i genitori. «Per noi che abbiamo figli con disabilità, questa preoccupazione assume dimensioni ancora maggiori». All’interno della grande casa c'è una cucina, una sala, quattro camere da letto, tre bagni, un giardino, il garage, uno spazio per la musica e un piano superiore ancora da allestire: oltre 100 metri quadri di comfort. I due giovani hanno scoperto che nella vita si può solo migliorare, che non hanno bisogno di essere solo protetti ma anche spronati. Dai genitori, dalla rete sociale, e in particolare dagli educatori Paolo Gaspa e Angela Pudda che, supportati dalla rete sociale, dalle associazioni Il Risveglio e Progetto Filippide, seguono i due amici autistici nel processo di avviamento graduale alla vita indipendente. La maturità al Liceo scientifico per Daniele Buongiorno, e un diploma all’Ipia per Daniele Frassu, e poi tanto sport, formazione, attività musicali e le mansioni all’interno della casa, un’abilità tutt’altro che scontata.

Restano nel loro appartamento cinque giorni la settimana, dal lunedì al venerdì, tutto in maniera graduale. Così è cambiata la loro vita dal mese di settembre scorso. Da allora la loro giornata tipo comincia presto. «Sveglia alle 7.20, colazione e attività di atletica, viaggio a Sassari con il pullman per partecipare al percorso “Dopo di Noi, uscita con gli educatori» spiega Daniele Buongiorno «poi mi adeguo al pranzo a seconda di quello che devo cucinare, mi arrangio facendo la spesa in base al menù scelto da entrambi. In serata mi dedico agli esercizi e ai corsi di canto e musica, corso d’inglese e, infine, preparo la cena».

L’agenda è piena anche per Daniele Frassu. «Le mie attività preferite sono suonare la chitarra e la batteria, poi mi occupo anche di alcune mansioni domestiche tra cui la raccolta rifiuti». Per mamma Emilia e Caterina i loro figli «sono nati con la valigia in mano», praticano sport e partecipano alle maratone fuori dalla Sardegna. «Dopo tanto lavoro teorico e pratico questi ragazzi grazie ai loro genitori hanno raggiunto un grande obiettivo che per noi rappresenta l’apoteosi della autonomia», spiega l’educatore Paolo Gaspa, da vent’anni un vero sostegno per Daniele Frassu. «Due mamme come loro che sono andate oltre le difficoltà e la burocrazia, oltre le istituzioni, e senza mai accontentarsi, hanno proseguito nella loro strada senza attendere finanzamenti terzi o progetti regionali, acquistando con le loro risorse una casa per mettere al sicuro il futuro dei loro figli». Tutto secondo una complicità e fiducia reciproca tra famiglie ed educatori, per un percorso diretto verso un solo obiettivo: sostenere la loro autodeterminazione e la loro capacità di interagire. Un modello replicabile che offre una grande opportunità agli interessati a cui spetta l'ultima parola nella dedisione del loro futuro. 

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