Portovesme Srl a rischio chiusura, appello a Mattarella: «Evitiamo la catastrofe»
Il sindaco di San Gavino ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica per salvare gli oltre 2000 lavoratoriPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L’appello ora è direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le soluzioni diminuiscono col passare dei giorni, l’ultima carta che il sindaco di San Gavino Carlo Tomasi prova a spendere è quella della lettera al Capo di Stato, a cui si chiede di evitare una catastrofe.
Questo rappresenterebbe per il territorio la chiusura della Portovesme Srl, nei due stabilimenti di Portovesme e, appunto, San Gavino, conducendo a «una gravissima emergenza socio-lavorativa». Sono più di 2000, infatti, i lavoratori dei centri, tra fissi e interinali: Tomasi chiede a Mattarella un intervento «in qualunque forma e nei limiti dei Vostri impegni e possibilità».
Il primo cittadino parla di disastro imminente, che andrebbe ad impattare su un contesto già in ginocchio: «Se tale risoluzione risultasse irreversibile», si legge nella lettera, «provocherebbe un danno dalle proporzioni incommensurabili su una collettività che risiede in una zona già afflitta da criticità socio-occupazionali croniche, in una contingenza già di per sé drammatica per via dello scenario degli ultimi anni, caratterizzato dalla crisi energetica alimentata dal conflitto bellico russo-ucraino, giunta in seguito a due anni di pandemia globale di Covid-19».
Il sindaco ha spiegato la centralità della Fonderia, inaugurata nel 1932, per il suo Comune: «Fino ad oggi ha continuato a rappresentare un faro economico ed un antidoto contro la desertificazione sociale, pertanto la sua scomparsa», conclude Tomasi, «si prefigura come una vera e propria catastrofe, che le istituzioni non possono consentire e che noi amministratori locali dobbiamo rifiutarci di prendere anche solo in considerazione».
(Unioneonline/L.Ne.)