Ne ha fatta di strada Ryan Gosling da quando, ancora ragazzino, ha dato il via ad una carriera che lo vede oggi collocato in cima tra le più acclamante celebrità di Hollywood. Il divo di nazionalità canadese è attualmente nelle sale con “The Fall Guy”, film diretto da David Leitch liberamente ispirato alla serie anni ottanta con Lee Majors “Professione pericolo”, che in un travolgente mix di thriller e commedia segue a stretto giro le disavventure di uno stuntman professionista rimessosi in ballo dopo aver abbandonato per un po’ l’attività professionale. Ma di tutti i successi che la star ha potuto fregiarsi nel corso degli anni è difficile ormai tenere il conto: dopo aver ricevuto per la prima volta una visibilità d’ampio respiro col film romantico del 2004 “Le pagine della nostra vita”, Gosling ottiene la sua prima candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista per la sua interpretazione in “Half Nelson”, pellicola drammatica diretta da Ryan Fleck. Da quel momento, l’attore ha visto davanti a se un’attenzione di pubblico e un interesse da parte dei cineasti sempre maggiore, rimanendo impresso per il lavoro compiuto in titoli come “Blue Valentine” di Derek Cianfrance, “Le idi di marzo” di George Clooney e vantando prestigiose collaborazioni come quella insieme a Nicholas Winding Refn per “Drive” e a Denis Villeneuve per “Blade Runner 2049”.

Nella sua lunga filmografia, Gosling ha dimostrato di saper spaziare con disinvoltura dai toni leggeri della commedia a quelli più ambigui ed introspettivi del thriller o del dramma. Non passa dunque inosservato che i suoi ultimi ingaggi, in particolare nel premiato agli Oscar “La La Land” di Damien Chazelle e nel tanto chiacchierato “Barbie” di Greta Gerwig, lo abbiano visto impersonare dei ruoli fortemente votati all’elemento romance e all’ironia. Dietro una coincidenza solo apparente, la star ha voluto dichiarare nel corso di un’intervista al WSJ Magazine di esser sempre stato attento ai suoi ruoli: giunto ormai ai 43 anni d’età, felicemente sposato con l’attrice Eva Mendes e padre di due figlie, l’attore ammette di non sentirsi più incline ad interpretare parti che mostrino il suo lato oscuro, declinando molte richieste per personaggi dalla complessità psicologica più contorta. Il suo desiderio, perciò, è quello di poter continuare a lavorare con la mente più libera: «Non accetto più ruoli che mi porteranno in una sorta di luogo oscuro. In questo momento mi sento come se avessi bisogno di pensare non più solo a me».

Dalle sue parole scopriamo anche qual è stato il film che ha segnato questa sua svolta professionale, con un orientamento più specifico sulle scelte dei lavori che lo terranno impegnato anche nel prossimo futuro: «Credetemi quando dico che le decisioni che prendo, le prendo con mia moglie Eva, innanzitutto pensando alla nostra famiglia. Il mio ruolo preferito in assoluto? Essere padre delle nostre due figlie, Esmeralda Amada di nove anni e Amada Lee di otto. Voglio solo tornare a casa da lavoro per stare serenamente con la mia famiglia. Ecco perché di recente ho voluto dare un'immagine di me più leggera. Penso che La La Land sia stato il primo ruolo di questo tipo, tra tutti». E continua dicendo: “Quando ho fatto La La Land, mi dicevo spesso: oh, sarà divertente per tutti, ci eserciteremo al piano ogni giorno, balleremo e canteremo. Tuttavia, le riprese di alcune acrobazie nel nuovo film The Fall Guy mi hanno fatto riflettere su quanto io sia cambiato, da allora. Soprattutto quando ho dovuto calarmi da un'imbracatura di sicurezza da una sporgenza. Il mio corpo si è trasformato in pietra». Nel frattempo, pare che “The Fall Guy” non abbia segnato i risultati sperati al suo esordio negli Stati Uniti, con una partenza fiacca nella prima settimana di 28,5 milioni da 4.002 sale e una media per sala di 7.121 dollari. Stesso riscontro poco incoraggiante anche in Italia, vista l’apertura di appena 668.000 euro dalla distribuzione in 368 sale. Vedremo perciò se nelle prossime giornate di proiezione il pubblico saprà riservare al titolo un’attenzione più confortante.

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