Annuncia le proprie dimissioni Silvia Colombo, la consigliera e capogruppo di Fratelli d'Italia a Treviglio finita al centro delle polemiche per aver pronunciato in Consiglio comunale una frase che suggeriva alle consigliere incinte la possibilità di dimettersi dall'aula.

Un passo indietro che arriva in polemica anche con il partito della premier Giorgia Meloni: «Hanno affrontato questa bufera mediatica con troppa leggerezza». «Fare politica - aggiunge - non può essere un bieco gioco di potere, fatto di attacchi personali, opportunismi e promesse vuote. Per questo ho deciso di dimettermi e tornare a lavorare e a fare la mamma».

La polemica è scoppiata nelle scorse ore dopo che la maggioranza di centrodestra del comune della Bergamasca ha bocciato una mozione con cui il Pd chiedeva la possibilità per donne in gravidanza a rischio e neogenitori di partecipare al consiglio comunale da remoto. 

Nella bufera è finita appunto Silvia Colombo: «Nella vita ci sono delle priorità. Se uno ricopre la carica di consigliere comunale al primo posto deve metterci la partecipazione - ha detto l'esponente di FdI -. Poi nella vita capitano cose belle, come la nascita di un figlio o cambiare lavoro o cose brutte come la malattia, allora forse bisogna riguardare le proprie priorità. La partecipazione alla vita del consiglio può diventare secondaria (ed è lecito). Ma a quel punto la vera forma di rispetto per chi partecipa e per ci ha votato è dimettersi».

Parole che però in serata vengono smentite dalla responsabile del Dipartimento famiglia di Fratelli d'Italia Maddalena Morgante: «Prendiamo le distanze delle parole del consigliere di Treviglio, poiché non rappresentano la linea di Fratelli d'Italia e appaiono in netto contrasto con l'agenda del governo Meloni, che vede nella tutela della famiglia e della maternità una priorità assoluta. Le politiche a favore della natalità e della conciliazione famiglia-lavoro sono centrali, lo abbiamo dimostrato non soltanto a parole, ma con interventi contingenti e adeguate risorse», afferma Morgante, non senza aggiungere che «la valorizzazione della maternità e l'accesso a pari opportunità di carriera sono i pilastri del nostro impegno».

Pronta la denuncia social della capogruppo dem, Matilde Tura, che posta orgogliosamente la sua foto incinta tra gli scranni del consiglio comunale. «Credo che il compito della politica e delle istituzioni - siamo vicini all'otto marzo - sia quello di rimuovere concretamente tutti gli ostacoli, grandi o piccoli che siano, che soprattutto le donne ancora oggi hanno nel dare il loro contributo alla società, in ambito lavorativo, nella politica, in tutti i settori. Mi dispiace sinceramente che non si sia voluta cogliere questa opportunità». Soprattutto, aggiunge, «da parte di partiti che fanno del tema natalità e famiglia estesa e massiccia propaganda elettorale».

Sulla vicenda interviene anche Juri Imeri, il sindaco leghista di Treviglio. «Io non posso condividere l'associazione maternità o malattia uguale dimissioni. E non la condivide nemmeno la mia Giunta. Ma la discussione era più ampia». Il tema, puntualizza «era il collegamento da remoto». Il sindaco rivendica il voto contro la mozione perché «abbiamo sempre ribadito che il consiglio comunale si fa in presenza». Anche se, ammette, «sfumando un po' avremmo evitato l'occasione di creare una polemica».

Parla di «visione medievale e retrograda» il Pd della Lombardia. «Mi piacerebbe sapere il parere di Giorgia Meloni su un tema di questo tipo visto che stiamo parlando di Fratelli d'Italia», commenta ironico Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione. Stessa domanda che fa la collega consigliera del M5s Paola Pizzighini secondo cui Colombo ha pronunciato parole «terrificanti» mentre «Fratelli d'Italia ci riporta indietro di cinquant'anni».

(Unioneonline)

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