Fanno il punto della situazione, Adiconsum ed il Comitato di cittadini di Castelsardo, guidato da Piero Arru, che nel 2017 avevano raccolto oltre mille adesioni per la Class Action contro Abbanoa, per i lunghi periodi di non potabilità dell'acqua di rete. La prossima udienza è prevista in autunno.

L'iniziativa, partita dagli utenti di Castelsardo, ha poi interessato e interessa ancora gli aderenti di tanti altri comuni sardi. Per la città dei Doria sono stati ben 753 i giorni, nel periodo compreso fra il 2011 ed il 2015, in cui l'acqua non era utilizzabile per usi alimentari, certificati dalle analisi dell’Asl a cui si era aggiunta, nel caso di Castelsardo, anche l’accusa, verso la società Abbanoa, di aver «omesso di adottare misure volte ad assicurare agli utenti il minor disagio possibile, non provvedendo ad attivare un servizio sostitutivo di emergenza, a mezzo autobotte».

I cittadini, tramite l'avvocato Franco Dore di Adiconsum, avevano anche chiesto il riconoscimento di illegittimità per l’addebito in bolletta sia della totalità delle quote fisse, per tutto il tempo in cui non è stata erogata l’acqua potabile, che per quanto pagato per il servizio fognario e di depurazione. Si era puntato inoltre anche alla «condanna dell’impresa alla restituzione delle maggiori spese sostenute dagli utenti per approvvigionarsi di acqua potabile, pari almeno ad una confezione forfettaria da sei bottiglie al giorno, per l’intero periodo di inadempimento».

Diverse udienze si sono succedute negli anni ed i consumatori che avevano aderito ora temono che le loro ragioni si siano perse nel vortice di sentenze e ricorsi. «La nostra Class Action è sempre attiva - chiarisce Piero Arru, coordinatore del Comitato Castellanese - è stata già approvata, ma i ristori proposti erano irrisori perché avevano sancito la prescrizione in 2 anni, invece dei 5 previsti dalla normativa. Naturalmente abbiamo proposto un ricorso». Una sentenza successiva ha invece fissato la prescrizione a 10 anni, in quanto l'acqua è "bene primario", non di consumo. «La sentenza per i nostri ristori è fissata per il prossimo autunno - insiste Arru - non ci arrendiamo per tutelare i diritti dei nostri concittadini». 

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