Sardegna «area residuale nelle scelte del ministero», con 1.117 detenuti privi di un direttore e carceri sovraffollate.

Lo sottolinea Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV”: l’Isola, afferma, «continua a non disporre di personale ai vertici degli istituti penitenziari, basti pensare che 1.117 detenuti non possono contare su un direttore stabile a tempo pieno, con serie limitazioni nell’esercizio dei diritti». Il direttore reggente di Uta e Bancali inoltre ha recentemente assunto l’incarico di dirigente dell’Ufficio Affari Generali, Personale e Formazione del Provveditorato Regionale. Questa situazione «intollerabile», denuncia, non preoccupa né il ministero della Giustizia né il dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria».

C’è poi il problema del sovraffollamento: «A Uta 649 detenuti (32 donne) per 561 posti, con una capienza del 115,6%, ben oltre il limite regolamentare, un record di presenze ulteriormente accentuato dal numero di detenuti con gravi problemi di salute e 149 stranieri». E non va molto meglio a Bancali, con «468 detenuti (20 donne) per 454 posti, con un eccesso di presenza del 103%». Ulteriore aggravante, a Bancali manca anche il comandante.

«La Sardegna purtroppo – conclude Caligaris – continua a scontare il fatto di essere un'area residuale nelle scelte del Ministero. Un'isola a cui si riserva un trattamento d'impronta coloniale dove mancano gli investimenti necessari per rendere gli spazi adeguati ai bisogni dei detenuti e del loro recupero sociale».

(Unioneonline/L)

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