Sulla Sanità in Sardegna "occorre agire in fretta sulle emergenze e disegnare la sanità del futuro e se il Consiglio regionale non dimostrerà la giusta sensibilità partiranno azioni di rivendicazione ancora più incisive a tutela dei cittadini e del territorio sardo".

E’ quanto hanno chiesto i sindaci dell’Isola alla Regione, nel corso di un incontro dell’Anci, a Cagliari, cui hanno partecipato i primi cittadini e Alessandra Zedda, vicepresidente della giunta regionale.

All’ordine del giorno vari temi, a cominciare dai progetti e dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma il nodo della sanità è stata una delle problematiche maggiormente dibattute. Si sollecita infatti una riorganizzazione, anche e soprattutto alla luce dell’emergenza Covid che oggi non spaventa come prima e non rende più necessario l’impegno massiccio di posti letto, strutture e personale. 

L’assemblea – spiega una nota diffusa dal Comune di Tempio – “ha messo in evidenza come la questione sanità sia una situazione precaria, se non disastrosa, che riguarda quasi tutti i distretti sanitari regionali. Per questo è stato sollecitato dai sindaci un confronto urgente con l'assessorato regionale competente”.

Il sindaco di Tempio Gianni Addis, prosegue la nota, è intervenuto, tra gli altri, sull'argomento evidenziando la gravità della situazione dei presidi ospedalieri pubblici galluresi e in particolare del “Paolo Dettori”, raccogliendo la solidarietà di tutti i sindaci presenti e dei vertici ANCI, che si faranno portavoce delle varie istanze locali in sede regionale.

Un grido d’allarme arriva anche dai sindacati. Diego Marracino, dirigente regionale Nursing Up, parla di “sanità a pezzi, con personale allo stremo”, mentre la Uil-Fpl denuncia la situazione di “assedio” in cui si trova l’ospedale Brotzu di Cagliari, “quotidianamente in affanno permamente per l’eccessivo carico di lavoro, con incrementi di accessi attorno al 40 per cento”.

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