È apparsa nella parte occidentale degli scavi archeologici in corso sulla “Domus dei mosaici Marini”, una iscrizione paleocristiana in lettere capitali che recita “Deo gratias qui praestitit”, datata nella seconda metà IV secolo d.C. che rivela la presenza di un luogo di culto cristiano.

Una nuova ed eclatante scoperta in uno dei nuovi ambienti indagati nel complesso residenziale, nell’area archeologica di Turris Libisonis, l’antica città di Porto Torres. L’iscrizione è emersa nel punto di passaggio tra il livello inferiore del piano non riscaldato e la quota superiore dell’ambiente riscaldato absidato, all’interno di uno dei grandi ambienti della “Domus” che, a seguito dell’ampliamento degli scavi, appare costituita da almeno tre livelli.

Si tratta di una formula in latino molto rara, datata nella seconda metà IV secolo d.C., con esempi anche in Africa e a Roma, che rivela la prima presenza dei cristiani a Porto Torres, nell’area occidentale della città antica. La struttura è situata in prossimità del Rio Manno e del Ponte Romano, quindi in una zona diversa da Monte Agellu, l’area cimiteriale cristiana dove sarebbero stati sepolti i martiri turritani, Gavino, Proto e Gianuario.

Un nuovo luogo di culto cristiano risalente ad un periodo che precede la costruzione della prima basilica, realizzata sotto l’attuale chiesa romanica di San Gavino, quindi dopo il martirio dei tre santi turritani. Attorno al complesso sono state ampliate le indagini, concentrate sulla zona di collegamento tra le due aree della “Domus” già emerse nella precedente campagna di scavo e sulle condutture di scarico del settore termale dell’impianto. Nuovi ambienti con rivestimenti musivi che presentano motivi geometrici e disegni rappresentanti la fauna marina del Golfo dell’Asinara. 

© Riproduzione riservata