«Cara Unione,

l’8 aprile scorso, dopo essere stato al lavoro, a prendere i miei due gemellini di 4 anni a scuola, e aver fatto qualche lavoretto in giardino, ho accusato un malore.

Un forte dolore che partiva da entrambe le spalle e si concentrava al centro dello stomaco. 

All’inizio ho pensato a un’indigestione, ma i dolori aumentavano, sempre più forti. E allora abbiamo chiamato il 118.

L’associazione di volontari fraternità della Misericordia di Dolianova è arrivata a casa mia in tre minuti, e i soccorritori dopo avermi fatto ecg, misurato pressione e saturazione, hanno capito che qualcosa non andava.

Mentre attendevo l’arrivo della medicalizzata mi ha colpito un infarto con arresto cardiaco. Al mio risveglio mi sono trovato adagiato per terra con il defibrillatore sul petto, e con i soccorritori che come angeli mi si rivolgevano con carezze e parole lacrimanti di gioia. Ci siamo scambiati una promessa, anche se non ci siamo mai visti prima: andremo insieme a un concerto di Vasco Rossi.

Quindi il trasferimento in ospedale con il dolore sul petto che non passava nonostante 3 iniezioni di morfina . Ad attendermi in ospedale, al Policlinico, c'era un équipe nella sala di emodinamica che ha effettuato un intervento di angioplastica.

Arrivo al reparto UTIC (unità terapia intensiva cardiologica) ho provato lo stesso affetto che avevo avvertito a casa: più che curato mi sentivo coccolato da tutti. Poi sono stato trasferito nel reparto di cardiologia, dove anche lì ho trovato, dalla prima all’ultima, persone di un'umanità unica ma soprattutto sempre presenti. Non ho mai visto un volto con un'espressione sgarbata nonostante i turni massacranti.

Non ho avuto occasione per ringraziare tutti quelli che ho incontrato in questa esperienza, e a loro rivolgo oggi un forte abbraccio.

Mi ritengo fortunato, ma se anche mi fosse andata peggio sono certo che chi per me avrebbe potuto dire che ciascuno ha dato veramente il massimo.

Grazie a tutti».

Gianni Picciau de Sicci

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