Eurallumina: ripresa della produzione più vicina. L'ira degli ambientalisti: 90 milioni di tonnellate di fanghi rossi in riva al mare
Il riavvio della produzione nello stabilimento Eurallumina di Portovesme si avvicina e le tute blu che da anni protestavano per sollecitare la ripresa del lavoro in fabbrica.
Questo pomeriggio, dopo un iter di tre anni, si è conclusa la conferenza dei servizi sul progetto di rilancio da 200 milioni di euro:
La Regione ha acquisito i pareri favorevoli di tutti gli enti competenti, escluso quello del Ministero per i Beni Culturali che è rimasto contrario (come già espresso una settimana fa) ma non vincolante giuridicamente. Il passaggio successivo sarà trascrivere il verbale e poi tutto passerà all'attenzione della Giunta regionale.
Soddisfazione tra le tute verdi, che hanno accolto positivamente la notizia, smobilitando il doppio presidio che tenevano in piedi in viale Trento da una settimana, da quando il Soprintendente per i Beni archeologici e culturali aveva espresso parere negativo (l'unico) durante la riunione di tutti gli enti competenti.
L'Eurallumina è ferma da 8 anni, con circa 300 dipendenti. Ma i proprietari, i russi della Rusal, hanno sempre detto di voler puntare su Portovesme.
Due anni fa hanno firmato un contratto di sviluppo con il Governo, in parallelo procedeva l'iter per il rilancio della fabbrica, che prevede un investimento di circa 200 milioni per la costruzione di una centrare a carbone e modifiche agli impianti.
Oggi, dopo un iter lungo e complicato, con gli operai in occupazione dentro e all'esterno del palazzo regionale, si è chiusa la conferenza dei servizi.
LA REGIONE: TEMPI SERRATI PER LA DELIBERA - "La Rusal ha chiesto almeno un mese per presentare altri documenti", informa l'assessore regionale all'Ambiente Donatella Spano che assieme al collega degli Enti locali, Cristiano Erriu, al capo di Gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, e al direttore generale Alessandro De Martini ha partecipato alla conferenza dei servizi.
"Non appena si concluderà l'istruttoria, predisporremo la delibera sul progetto, che sarà portata in tempi serrati in Giunta. Ringraziamo gli uffici degli assessorati coinvolti", ha aggiunto Spano, "che hanno lavorato strenuamente in questi mesi", ha concluso l’esponente dell’esecutivo, che ha poi raggiunto gli operai che da questa mattina manifestavano davanti al palazzo di viale Trento e ha loro confermato, insieme all’assessore Erriu, quanto emerso in Conferenza di servizi. Gli operai hanno dunque deciso di sciogliere il presidio".
GLI AMBIENTALISTI CONTRARI - Forte preoccupazione è stata espressa da Legabiente: "La Società Eurallumina propone di lasciare in eredità alle nuove generazioni una collina artificiale di fanghi rossi da circa 90 milioni di tonnellate in riva al mare, in un territorio pesantemente inquinato da metalli pesanti e con le prospettive allarmanti dei cambiamenti climatici, l’accentuazione degli eventi estremi e dell’erosione costiera", scrivono in una lettera il direttore nazionale Stefano Ciafani e il presidente regionale Vincenzo Tiana.
"Poiché l’assoluta priorità consiste nel disinquinamento dell’area, risulta contradditoria ed inaccettabile la proposta di sopraelevazione del bacino fanghi rossi nei moduli A e B", proseguono gli ambientalisti che chiedono "che qualsiasi nuovo intervento sia subordinato alla riabilitazione del territorio con la indifferibile bonifica delle falde. Portoscuso diventi un grande laboratorio di applicazione degli ambiziosi propositi assunti dall’Italia alla COP21 e COP22".