L'ultimo episodio di violenza nelle carceri sarde arriva da Uta.

Un detenuto con problemi psichiatrici ha aggredito due agenti mandandone uno all'ospedale.

È la seconda volta in tre giorni dopo quel che è accaduto a Bancali dove una poliziotta ha rimediato graffi e qualche contusione da una detenuta sieropositiva e affetta da epatite C.

L'agente è stata subito soccorsa e accompagnata in ospedale per i controlli.

Qualche giorno prima, un detenuto malato di Aids si era scagliato contro tre agenti con pugni e morsi, ma i medici avevano rassicurato sul fatto che, com'è noto, la malattia non viene trasmessa con la saliva e dunque non c'era alcun rischio di contagio.

L'ultimo caso, quello di Uta, viene denunciato da una nota del sindacato di polizia penitenziaria Uilpa.

Il detenuto, la cui cartella clinica racconta una storia di problemi psichiatrici, ha iniziato a distruggere la propria cella in un momento di confusione.

Immediatamente sono arrivati due agenti: il primo è stato morso a una mano, mentre l'altro è stato colpito con un bastone.

Secondo il segretario generale dell'UIlpa, Michele Cireddu, questo sarebbe l'ennesimo sintomo di una situazione difficile per agenti e detenuti.

Le carenze in pianta organica (il sindacato reclama l'assunzione di 428 unità mancanti) causano problemi nella gestione della vita dietro le sbarre.

Da qui la richiesta ai vertici dell'amministrazione penitenziaria affinché si attivino per garantire la sicurezza.
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