Centinaia di cittadini, in particolare pensionati e comunque famiglie o persone a basso reddito, sono costretti a rinunciare alle cure. È il grido d'allarme che viene lanciato dal Marghine, dove la situazione, anche recentemente denunciata dal comitato per tutela della salute che opera nel territorio, appare drammatica.

 I cittadini del territorio continuano ad allontanarsi dall'Asl, in particolare per le visite specialistiche e per gli esami. Chi se lo può permettere si rivolge alle strutture sanitarie private.  Gli altri, invece, rinunciano alle cure.

A denunciare la grave situazione è un amministratore comunale, Teresa Loriga, assessore alle Politiche sociali di Bortigali, con delega alla sanità. «Purtroppo la situazione appare veramente drammatica»,  dice l'amministratrice, «combattiamo questa battaglia in prima linea, ma spesso le nostre ragioni, che sono quelle dei cittadini, non vengono ascoltate. C'è un forte incremento di persone che ricorrono al privato e soprattutto rinunciano alle cure. Le conseguenze sono disastrose. Prenotarsi al Cup è impossibile. Il caso di Macomer, che non è più distrettuale, ma regionale: vi accedono anche persone di altre Asl, provenienti da altre parti dell'isola, lasciando però sguarnito il territorio».

Anche per fare una semplice visita, prosegue Loriga, «si devono aspettare mesi e spesso, come è successo ad un gruppo di diabetici, non si trova uno spazio in tutta l'isola. Sarebbe opportuno che le prenotazioni al Cup  diventassero nuovamente una opzione distrettuale».

Per l’assessore «non si può girare mezza Sardegna per trovare uno specialista del sistema sanitario pubblico. Così si ledono i diritti dei cittadini. Non ci dobbiamo rassegnare, ma combattere per far rispettare il diritto alle cure, soprattutto per venire incontro alle persone a reddito basso».

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