L e nozze più che un contratto sono una lotteria: molti non sanno chi hanno sposato, lo scoprono solo dopo. Questo vale anche per i connubi politici di ieri e di oggi: le coppie famose che hanno eletto domicilio a Roma, più prima che poi, finiscono per scoppiare. A iniziare dal duo Prodi-Bertinotti, uno credeva al paradiso degli angeli, l’altro a quello dei lavoratori. Il professore spalancava la bocca solo quando in bici saliva per San Luca, Fausto urlava la rivolta proletaria purché in cashmere. A seguire l’accoppiata Fini-Berlusconi, uno partito da Predappio e l’altro da Arcore. Gianfranco parlava del Movimento Sociale, Silvio delle società per azioni. Casini politico belloccio e Buttiglione filosofo dall’aria paesana, trattavano la stessa merce: un cattolicesimo politico puro ma aperto alle trattative e finalizzato al potere temporale. Ancora D’Alema-Veltroni e tanti altri. La cronaca dei giorni nostri è occupata da Giuseppe Conte e Elly Schlein. I due vivono separati in casa, uno sta in salotto e l’altra in cucina. Battibeccano non sulle opportunità del Paese ma sull’opportunismo politico. Il capo dei grillini è per il campo largo purché a 5 Stelle; alla segretaria del Pd basterebbe la seconda stella purché a sinistra e poi dritta fino al cammino che -seguendo Bennato- “porta all’isola che non c’è”. Ma tutto questo Elly non lo sa.

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