I 16.407 della Domus hanno potuto tributare un omaggio a Daniele Dessena, prima di Cagliari-Lecce, per il ritiro dal calcio giocato annunciato una settimana fa al termine della sua ultima partita con l'Olbia. 

«È stata una decisione non facile, perché dentro di me ho una passione sfegatata per il calcio», dichiara l'ormai ex centrocampista, che a pochi minuti dal calcio d'inizio ha ricevuto una maglia celebrativa e gli applausi del pubblico. «Penso che sia arrivato il mio momento di prendere questa decisione con la massima serenità: fra poco avrò 37 anni, dopo una stagione abbastanza complicata era un pensiero che mi logorava anche dentro. Non riuscivo a dormire, mi dava insicurezze e io sono un ragazzo che non ne vuole avere perché sono tempo perso. Mi sono detto di dover prendere una strada e ho scelto quella: non la cambierò mai, perché non mi piacciono gli sportivi che si ritirano e poi ritornano».

Dieci anni in Sardegna. Dessena ha giocato al Cagliari nel 2009-2010 e dal 2012 al 2019, poi ha fatto l'ultimo anno e mezzo di carriera all'Olbia da gennaio 2023 a sette giorni fa. «Penso di aver dato tutto quello che dovevo dare, sono fiero e orgoglioso di me. Ho sacrificato tanto però era giusto così, si è creato un legame eterno fra me e la gente. Ho avuto il privilegio di essere il capitano del Cagliari e spero di aver onorato una fascia così prestigiosa». Visibilmente emozionato e a tratti in lacrime, parla anche di cosa farà ora che ha smesso: «Non mi preoccupa il futuro, ci metterò tutto me stesso per realizzare altri sogni. Ho già il patentino UEFA B, continuerò a studiare per fare l'allenatore. Ringrazio la famiglia Giulini e tutta la gente che mi ha applaudito: mi sono reso conto di tante cose, di dieci anni e una carriera bellissima. Sono contento di averla finita in Sardegna: essere tornato a Cagliari mi ha fatto sentire a casa, qua mi sento me stesso».

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