Il Montiferru guarda con prudenza al disegno di legge "Salva Sardegna" della Giunta Regionale sul divieto temporaneo di realizzazione e messa in opera di nuovi impianti di energia da fonti rinnovabili.

Il Comitato Tutela Montiferru e S’Arrieddu vogliono andarci con i piedi di piombo e valutare attentamente la nuova normativa: «Prendiamo atto del percorso intrapreso ma ci riserviamo di esaminare approfonditamente il testo di legge dopo un confronto all’interno del Comitato per una valutazione complessiva. Intanto possiamo dire che è una nota positiva: è il primo tassello verso un percorso normativo regolatore che però deve scaturire dopo un confronto con tutte le realtà del territorio, popolazione, enti locali e comitati», spiegano dal Montiferru.

Anche S’Arrieddu ci va cauto: «Innanzitutto dovremo studiare bene il testo di legge, poi decideremo su come agire dando il nostro contributo come comitato che ha a cuore la tutela dell’ambiente e del paesaggio. Comunque riteniamo già un fatto positivo che la Regione si sia mossa in questo senso. Intanto attendiamo ulteriori atti concreti», spiega Pietro Porcedda.

Favorevole tout court invece Italia Nostra Sardegna: «È un segnale incoraggiante, una svolta rispetto all'inerzia fin qui mostrata dalla politica isolana», sottolineano Mario Gargiulo presidente regionale e Graziano Bullegas presidente sezione Sant'Antioco. La strada giusta per la pianificazione energetica regionale: «Siamo convinti che la decisione di sospendere ogni nuovo insediamento abbia finalmente imboccato la strada giusta, in attesa dell’improcrastinabile pianificazione energetica e paesaggistica».

Il Montiferru rischia di essere accerchiato dalle Lobby del vento e dell’energia solare: Enel Green Power, Sorgenia Renewables, Sardegna Green, A2A che hanno progetti di impianti, ancora in fase di valutazione ambientale, per una quarantina di torri eoliche alte più di 200 metri. Pronte ad aggredire le montagne tra Scano e Santu Lussurgiu, tra Seneghe e Narbolia, quindi le campagne tra Bauladu e Paulilatino, alterando irrimediabilmente il paesaggio ancora integro. A rischio aree agricole fertili e boschi, senza un corrispettivo per le popolazioni, lasciando soltanto rottami e ferri vecchi da smaltire dopo tanti anni.

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