Un convegno che ha fornito e approfondito, ai numerosi medici presenti, provenienti non solo da Olbia e da Tempio ma anche da Sassari, Ozieri, Alghero, Porto Torres, Nuoro e ancora da altri centri, «le armi per ogni giorno», commenta Daniele Crosa, pediatra del “Paolo Merlo” di La Maddalena, responsabile ed organizzatore, insieme ai colleghi dell’ospedale isolano, del convegno di “Gastroenterologia pediatrica”, svoltosi ieri nel salone consiliare.

Molto partecipato il dibattito, con domande, risposte, spiegazioni ed approfondimenti, seguiti all’esposizione di cinque argomenti specifici, illustrati dai due relatori: la professoressa Patrizia Alvisi, responsabile del Programma Dipartimentale di Gastroenterologia Pediatrica dell’Ospedale Maggiore di Bologna, e il professor Paolo Lionetti, responsabile SOC Gastroenterologia e Nutrizione dell’AOU Meyer di Firenze.

Uno dei messaggi importanti, emerso dal convegno, sottolinea dott. Crosa, è stato quello di «non cadere nella trappola di far diagnosi in situazioni di normalità» capire cioè che il bambino ed in particolare il lattante «non ha altro modo per comunicare con la mamma o l’ambiente se non il pianto, e che questo non è necessariamente malattia» con la conseguente somministrazione farmacologica.

Di contro sono state approfondite le indicazioni necessarie di quelli che sono «i segnali di allarme per ipotizzare, prendere in considerazione, la presenza di malattie e che richiedono esami specifici rispetto a quelli minimi praticati». A salutare i numerosi medici e i relatori giunti a La Maddalena per il convegno, per il quale non erano previsti riconoscimenti di crediti relativi alla formazione ed aggiornamento professionale, è stato il sindaco, Fabio Lai, che ha preceduto i brevi interventi del direttore generale della Asl Gallura, Marcello Acciaro, e del direttore di presidio uscente dell’Ospedale di La Maddalena, Luca Pilo. Il dott. Nicola Addis, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Sassari, ha parlato di “Diritto alla salute nelle aree geograficamente disagiate”.

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