Il carnevale in Sardegna non finisce mai.

Domenica 3 marzo spazio all’atteso carnevale di Neoneli, manifestazione denominata “Ritus Calendarum”, giunta ormai all’undicesima edizione e che si è ritagliata uno spazio importante tra gli innumerevoli eventi che scandiscono il carnevale sardo.

Alle 15.30 parte la sfilata da piazza Italia, partecipano i seguenti gruppi di maschere: Sos Corriolos di Neoneli, Sas Mascheras ‘e cuaddu di Neoneli, Sos Corrajos di Paulilatino, I Sonaggios e s’Urtzu di Ortueri, Sos Murronarzos e sos Maimones di Olzai, Su Bundhu di Orani, S’Attitidu di Bosa, S’Urtzu e sos Bardianos di Ula Tirso, Tamburini e trombettieri di Oristano.

Da non perdere, alla fine della sfilata, la grande festa in piazza Barigadu, dove si ritrovano le maschere tradizionali e partono la musica e i balli sardi con Massimo Pitzalis (voce e tastiera) Alessandro Melis (voce), Giampaolo Melis (organetto).

LE MASCHERE DI NEONELI

Sos Corriolos sono stati riscoperti di recente sulla base di alcuni documenti del 1.700. Indossano pelli di pecora o di capra e sulle spalle hanno una pelle di porcospino. Portano un copricapo di sughero con corna di cervo o daino. Non scuotono campanacci ma ossa di animale legate tra loro. Eseguono una danza molto coinvolgente attorno al fuoco seguendo il ritmo di un corno e facendo tintinnare il carico di ossa.

Sas mascheras ‘e cuaddu invece hanno il viso scoperto e riconoscibile. Ad attribuire il nome alla maschera è il cappello – senz’altro elemento più particolare del costume – che ripropone alcuni addobbi utilizzati per adornare i cavalli in occasione delle giostre equestri, ad esempio coccarde e campanelle. Indossano camicia bianca, fascia in vita e un gonnellino adorno di pizzi e sonagli, guanti e calze bianche. A dare colore al tutto ci pensano, oltre al cappello adornato, anche le trine, i ricchi scialli e il fazzoletto in seta. I tessuti indossati sono molto preziosi.

Sa maschera 'e cuaddu
Sa maschera 'e cuaddu

Sa maschera 'e cuaddu

(Unioneonline)

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